Milan, ecco perchè a Verona Rebic, Paquetà e Leao non partono titolari

Domani, con la conferenza stampa di Marco Giampaolo se ne dovrebbe avere la conferma. O quanto meno ci saranno le indicazioni, più o meno manifeste, del mister rossonero. Ma tutto fa pensare che l’undici titolare che inizierà la partita contro il Verona sarà lo stesso della gara contro il Brescia, con l’unica differenza di Kris Piatek al posto di André Silva. Dovrebbe anche esserci uno schieramento diverso nei tre della linea offensiva: Piatek è un finalizzatore e non può giocare falso nueve come aveva fatto Castillejo e un 433 ricogorso lascia l’attaccante polacco troppo isolato in mezzo ai due centrali. La certezza semmai è un’altra: Paquetà, Rebic e Leao partiranno dalla panchina e – salvo infortuni o centrocampisti ammoniti – dovrebbero entrare nella ripresa. Il che sta destando perplessità tra osservatori e tifosi. Per cui il Bollettino cercherà di dare una spiegazione sul perché Giampaolo non faccia giocare i nuovi arrivati. I quali, sulla carta, sono stati ingaggiati per alzare il livello della rosa e per giocare da titolari. Togliamo subito dal campo una possibile risposta: gli impegni con le rispettive nazionali. Altrimento il discorso dovrebbe valere anche per Calhanoglu. Bennacer, Suso e Kessie. Si può capire l’ingresso a partita in corso di Ante Rebic: il croato ha svolto il primo allenamento a Milanello soltanto ieri. Ma Paquetà e soprattutto Leao sono a dispiszione del mister ormai da tempo. La risposta, molto più razionalmente, sta nel metodo di lavoro di Giampaolo. Lui stesso si definisce un “talebano simmetrico”, mentre dai suoi estimatori è definito un “maestro di calcio. Questo significa che in allenamento cura nel dettaglio ogni singolo dettaglio: non solo schemi, ma anche postura del corpo, posizione sulle linee di intercetto, ripetizione maniacale dei movimenti (sia singoli che di squadra). Chi era a San Siro contro il Brescia ha potuto vedere gli spostamenti delle linee di ecntrocampo e difesa in certi momenti perfettamente sincronizzati, come fosse una danza. L’obiettivo è prendere meno gol possibili (e per il momento il Milan è una delle sei squadre ad aver subito solo un gol nelle prime due giornate). Se questo è l’obietivo principale di Giampaolo, è chiaro che è avvantaggiato chi cononosce e interpreta al meglio gli schemi del mister. Lo racconta chi lo ha seguito da vicino a Genova, sponda Sampdoria: almeno nella fase iniziale della stagione, il “titolare” che non assimila gli schemi non gioca, se non a partita in corso. Chi in allenamento non si mette a disposizione e pensa di giocare perché ha piedi o qualità superiore, non parte titolare. Giampaolo nemmeno lo nasconde. Nelle scorse settimane lo abbiamo sentito elogiare Castilljo come colui che interpreta alla perfezione i movimenti che gli chiede l’allenatore. E, in effetti, contro il Brescia si è messo a disposizione da falso nueve, mentre Silva si allargava sulla sinistra.Elogi anche per Suso, pronto a giocare sia da tre quartista che laterale destro. Non a caso, dopo la partita ha bachettato Lucas Paquetà per eccesso di giocate “alla brasiliana”: troppi tocchi e colpi che possono piacere al pubblico ma che non fanno parte dei movimenti imparati in allenamento. In altre parole, si può dire che Calhanoglu giocherà titolare fino a quando Paquetà non si sarà inserito nei meccanismi e Rebic paga il fatto di essere appena arrivato. Rafael Leao, invece, viene visto al momento come alternativa a Piatek come prima punta. Anche se ha fatto vedere numeri e giocate che potrebbero alzare – e non di poco – la qualità dell’attacco rossonero. Avrebbe più chance in un 4312, ma Suso come trequartista non ha funzionato e Giampaolo non vede Paquetà per il ruolo. C’è poi un’ultima questione da tener presente. Se i tre non partono titolari contro il Verona (una neopromossa), avranno spazio da subito contro l’Inter?

2 pensieri riguardo “Milan, ecco perchè a Verona Rebic, Paquetà e Leao non partono titolari

  1. Quello che il Bollettino dice sarà sicuramente vero e giusto però certi allenatori non li capisco. Ho l’età per ricordare due allenatori simili : Giacomini e Marchioro, due totalmente talebani che rischiarono la serie B.Io dico, vieni al Milan hai un calendario abbordabilissimo per le prime tre ante Derby, fai 9 punti o almeno provaci, hai un ambiente che ha bisogno di emozioni, perché vuoi fare il fenomeno?Spero e mi auguro di sbagliarmi. Grazie per l’attenzione. Rossi

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    1. Anche a me ricorda per certi versi Marchioro, stagione conclusa evitando la serie B a tre giornate dalla fine vincendo a stento con il Catanzaro in casa…. ma ovviamente si spera che capisca che San Siro non è Empoli e nemmeno Marassi….

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