Spiace dirlo e lo scriviamo con la morte nel cuore, ovviamente. Ma le ultime mosse di mercato, con la cessione di Mauro Icardi al Psg e il passaggio sempre più probabile di Lautaro Martinez al Barcellona aumenta il divario tra il Milan e l’Inter.
E come sarò possibile colmarlo? Ammettiamolo: sarà una ricorsa ancora lunga. Le sconfitte nei derby degli ultimi tre anni non arrivano per caso. Sono tre anni in cui il divario tecnico e sportivo con l’Inter si è allargato invece di richiudersi. L’Inter ha trovato una proprietà stabile (almeno fino a quando reggerà la politica cinese di investimenti in occidente). Ma soprattutto è in vantaggio nella costruzione di una società e di un progetto sportivo.
L’Inter è tornata stabilmente in Champions League. E’ uscita dalle sabbie mobili delle penalizzazioni per aver violato il fair play finanziario. Ha portato in panchina un allenatore contestabile finché si vuole ma sicuramente un leader, capace di dare un gioco e soprattutto un’anima alla squadra. Ci è arrivata perché ha saputo portare ad Appiano Gentile giocatori che ha saputo valorizzare e rivendere, con plusvalenza significative. Ha ceduto giocatori di belle speranze (come Cancelo), ma anche chi non ha dimostrato di gocare per il gruppo (Peresic).
E, ora, con il passaggio dei due attaccanti di maggior prestigio come Icardi (50 milioni più bonus) e Martinez (per una cifra ancora da valutare, visto che non crediamo possibile il Barca versi la clausola da 11 milioni), l’Inter ha un tesoretto con con potrebbe ampliare ancora di più il solco con il Milan. Non per nulla è in corsa con i due gioiellino del calcio italiano, Sandro Tonali ed Enrico Chiesa. nel caso formerebe l’ossatura della Nazionale per i prossimi anni. Con grande “rosicamente” del Bollettino che da sempre ritiene che un’ossatura di giocatori italiani sia fondamentale per vincere. O, comunque, il Bollettino la preferisce ad una armata di mercenari tutta straniera.
Ma non siamo qui per discutere su questo punto. La preoccupazione è un altra: il Milan – ancora una volta – il prossimo anno ripartirà da zero. Con l’arrivo di un nuovo tecnico, “herr professor” Ralf Rangnick e nuovi innesti, per lo più giovanissimi e provenineti da altri campionati.
L’unica possibilità per cominciare l’inseguimento all’Inter è non sbagliare nessuna delle due mosse. Come è avvenuto negli ultimi anni. Non solo si è rivelata sbagliata la scelta di Marco Giampaolo (per quanto averlo licenziato dopo solo sette giornate ha di fatto condizionato tutta la stagione). Ma non è stata nemmeno un successo la campagna acquisti degli ultimi due anni.
Di giovani da valorizzare ne sono emersi solo due: Theo Hernandez e Ismail Bannacer. A dirla tutta, soprattutto il primo, visto che il secondo sta giocando in un ruolo non suo (e se fosse vero che qualcuno è disposto a pagare la clausola da 50 milioni, non dovrebbro esserci dubbi su cosa fare). Sono invece stati un investimento sbagliato un lungo elenco di giocatori pagati cifre importanti: Kris Piatek (uscito di fatto alla pari), Rafael Leao (impresantabile) e Lucas Paquetà (oggetto misterioso). Tralasciando le scorie della “suntuosa” campagna acquisto dei duo Fassone-Mirabelli, tra giocatori fine carriera (Biglia e Kalinic), giocatori modesti (Rodriguez, Conti, Musacchio) e scommese mancate (Silva e Calhanoglu).
Per recupetare il tempo perduto nella rincorsa all’Inter bisognerà cambiare passo. E anche alla svelta. La scelta di azzerare tutto e ripartire da un “progetto” ambizioso potrebbe essere la scelta migliore per accorciare i tempi.